Cellule ghiandolari atipiche in cosa consiste

Cellule ghiandolari atipiche (ACG) e cancro alla cervice: cosa si sa al momento

Tutte le donne dovrebbero conoscere l’importanza della prevenzione e dell’effettuare, periodicamente, un pap test. Si tratta di un’analisi molto importante, che può permettere di ottenere una diagnosi precoce in caso, ad esempio, di cancro alla cervice.

È proprio facendo questo test che è possibile evidenziare la presenza di cellule ghiandolari atipiche (ACG), che sono un campanello di allarme da non sottovalutare.

Nello specifico, nel caso in cui cellule di tal tipo vengano messe in evidenza, è utile approfondire il tutto, effettuando dei test più specifici per andare a scongiurare la presenza di patologie ben più gravi, come l’adenocarcinoma.

Questo è quanto è emerso da recenti studi condotti da un istituto specializzato di Stoccolma, il Karolinska Institutet.

Cosa comporta la presenza di cellule ghiandolari atipiche ACG

Come detto in precedenza, è stato evidenziato che, se nel pap test vengono scoperte questo tipo di cellule, è preferibile andare a effettuare delle analisi approfondite entro circa 6 mesi. Questo perché, come sottolineato, le donne che presentano queste cellule hanno più possibilità di sviluppare un tumore alla cervice uterina. Si consiglia, quindi, di effettuare nello specifico sia una colposcopia che una biopsia. A questi esami specifici, poi, a distanza di un anno dovrebbe seguire un altro esame bioptico, così da tenere la situazione sotto controllo.

Sebbene si debba specificare che tali cellule sono abbastanza rare e che solo l’1% dei pap test ne evidenzia la presenza, è utile seguire quanto consigliato.

Al momento, tutto quello che si sa in merito lo si deve al suddetto studio che ha preso in esame dei dati raccolti in un ampio lasso temporale che va dal 1980 al 2011. In questo periodo sono stati analizzati i pap test di quasi tre milioni di donne svedesi, di età compresa tra i  23 e 59 anni. Tra queste, solo 14.625 avevano riscontrato la presenza cellule ghiandolari atipiche. L’1,4% di queste donne ha poi avuto un tumore alla cervice e questo è stato il dato che ha fatto riflettere.

Proprio alla luce di quanto detto, quindi, esisterebbe una stretta correlazione tra tumore al collo dell’utero e cellule di quel tipo e, pertanto, è utile eseguire gli esami consigliati entro 6 mesi.

Come detto, specialmente nel caso di cancro all’utero ma non solo, la prevenzione è la miglior arma, perché permette di scongiurare il pericolo di una non controllata degenerazione della patologia.

Grazie alla scoperta di questa correlazione è possibile, quindi, capire se si ha una propensione a sviluppare uno dei tumori che, ancora oggi, è tra i più dolorosi e con un più alto tasso di mortalità per quel che concerne la popolazione femminile.

Si tratta, quindi, di fare dei test aggiuntivi per salvarsi la vita e questo è un aspetto che non andrebbe mai sottovalutato. Sebbene siano casi molto rari, come dimostrano anche le stime riportate sopra, è utile agire nel minor tempo possibile, seguendo quelle che sono le indicazioni dei propri medici.